giovedì 4 novembre 2010

A lezione da un'autentica "Arzdora" romagnola

Mentre Silvia si prodiga dispensando consigli su come occupare il tempo libero, io, in attesa di partire, ripasso le mie conoscenze tecniche in cucina in previsione di un nuovo lavoro a Londra e ieri, dopo aver smosso mari e monti, sono finalmente riuscita ad ottenere un'udienza da un'autentica "arzdora" per apprendere l'arte della piadina romagnola!
Per chi non sapesse cos'è un' Arzdora vi do qualche informazione per inquadrare il personaggio e l'importanza che riveste la sua figura nell' immaginario culinario di noi romagnoli.
L' Azdora è la regina del focolare romagnolo, è il simbolo positivo di una operosità instancabile e il cardine del tradizionale nucleo famigliare in Romagna. L' Azdora o Arzdora un tempo era una vera colonna portante della famiglia e, non a caso, sfogliando il dizionario di dialetto romagnolo scopriamo che in Italiano azdora significa: reggitrice, massaia, colei che presiede al governo della casa.
Oggi giorno per noi le Azdore sono le nonne, (per me quelle degli altri avendo io le nonne Molisane), nonne che il pomeriggio per far passare il tempo tirano la sfoglia e producono per figli e nipoti tortellini, garganelli, tagliatelle e piadine amorevolmente confezionate in sacchetti mono o bi-dose da congelare e consumare nel momento del bisogno.
La mia migliore amica ha sempre una scorta nel congelatore di ogni ben di Dio in puro stile romagnolo e io non manco mai quando si presenta l'occasione di una cena da lei!.
Ebbene, dopo anni di tentativi riusciti male, di sperimentazioni casalinghe e di mezze misure che non mi convincevano sono riuscita ad avere un colloquio con un' autentica Arzdora romagnola. Dico autentica perchè oltre ad avere sempre con se nella fondina appesa in cintura il suo fedele mattarello (eh eh) è una delle signore che organizzano la festa della Arzdore di Dozza, un vero e proprio evento per noi della zona, non solo per l'ottimo cibo, ma anche perchè tutto il ricavato di questi 3 giorni di trionfo della cucina romagnola viene devoluto tutto in beneficenza ad una missione in Brasile gestita dall'ex parroco di Dozza, missione che ha già salvato dalla strada moltissimo bambini.
Purtroppo quest'anno me lo sono persa perchè ero a Cambridge, infatti si svolge nel primo week end di settembre a Dozza, località a pochi km da Imola considerato uno dei borghi medievali più belli dell' Appennino settentrionale dove, all'interno della sua rocca sforzesca, ha sede l'Enoteca Regionale dell'Emilia Romagna.
Finalmente ora posso dire di aver imparato a fare la piadina, ieri al mio arrivo la signora mi aspettava già con mattarello in mano e farina latte e strutto sul tagliere, mi ha accolta con un incoraggiante "mettiamoci al lavoro" e pazientemente mi ha spiegato come impastare, lavorare, stendere e cuocere la piadina rispondendo a tutte le mie domande e condividendo con me le sue storie e la sua esperienza.
Ed ecco il risultato, 32 piadine una più buona dell'altra, una soddisfazione incredibile soprattutto a cena quando ho invitato la mia migliore amica, romagnola da generazioni cresciuta con le piadine della nonna e ne ha mangiate solo lei ben 3!







E chissà che non tocchi proprio a me l'arduo compito di "esportare la piadina romagnola" come professava Samuele Bersani in quella che probabilmente è la sua canzone più famosa.....esportarla in Inghilterra....
Sò bene che all'apertura di questo blog avevamo detto che non sarebbe stato un blog di ricette ma questa volta farò un'eccezione perché raccontare della mia lezione con l'Arzdora omettendo la ricetta sarebbe come quando chiedi al tuo amico di registrarti quel film che non puoi vedere perché sei al lavoro e lui calcola male i tempi e manca il finale! (vi è mai capitato?, molto frustrante!)
E poi l'arzdora mi ha dato il permesso per cui dateci dentro e sentirete la differenza!

Ingredienti:
- 1 kg Farina 00
- 130 gr di strutto (per i vegetariani si può usare anche l'olio extravergine d'oliva, circa 130/ 150 gr)
- 1 cucchiaio grande di sale fino
- 1 cucchiaio di miele (qualunque tipo)
- 2 bustine di lievito per torte salate (il migliore è quello S.Lucia)
- 500 ml di latte

Con questi ingredienti vengono circa 15/17 piadine
Si amalgama il tutto, prima farina e strutto, poi si aggiunge il sale, il lievito e il miele e poi lentamente si inizia a incorporare il latte fino ad ottenere un impasto morbito e ben amogeneo, non va lavorato molto.
A questo punto si fa un rotolo e si iniziano a staccare le fette, come fosse uno strudel, le fette si arrotolano facendo delle palline del diametro approssimativo di 4-5 cm.
Alcuni le fanno riposare in frigorifero per 20 minuti ma noi le abbiamo tirate subito col mattarello e le abbiamo cotte.
Per quanto riguarda la cottura non ho la pretesa che abbiate un testo in casa (non ce l'ho nemmeno io) va benissimo una qualunque padella, meglio se di ghisa o di ceramica, 3/4 minuti per lato, la padelle deve essere rovente.
Bene, a questo punto non mi resta che augurarvi "buona piadina a tutti!", non ho bisogno di dirvi che la piada è buona con qualunque accompagnamento anche se muore con squaquerone e marmellata di prugne o miele invece dei soliti salumi. (vedi post di luglio 2010 per saperne di più sulla piadina)


1 commento:

Carolina ha detto...

Le piadine infilate sul cosino dell'Ikea sono bellissime! :)

Allora, siete pronte per la terra d'Albione?!?! ;)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...