giovedì 22 luglio 2010

Emilia-Romagna... Emilia o Romagna? Il caso della piadina

Fin da piccola mi sono sempre chiesta se sono più Emiliana o Romagnola e già perché per chi non lo sapesse questi due territori, solitamente intesi come un’unica regione, in realtà hanno due identità mooolto ben distinte!

Mi presento, sono Marcella e ho origini metà Campane e metà Molisane ma, sono nata a Imola, terra di confine tra l’Emilia e la Romagna. Come in tutte le terre di confine si respira un’aria più ricca, carica di contrasti e di diverse realtà che si scontrano in ogni momento su tutti i fronti.
Ad Imola non siamo ancora Romagnoli ma non siamo più Emiliani, ogni cosa è un pò a metà e tra le varie cose in cui questo è ben più visibile primo fra tutti c’è il cibo.
Vi parlerò di queste differenze in varie “puntate”, oggi analizzerò il caso della “PIADEINA”, citando Aldo Giovanni e Giacomo, “il cibo degli Dei”!
Per noi Imolesi la piadina può accompagnare ogni momento della giornata, è buona a colazione con la marmellata e la nutella, ma è anche un pasto completo se farcita di squaquerone, prosciutto e rucola, ma attenzione allo spessore! E già perchè salendo in Emilia la piadina tende a sparire, tra Bologna e Modena si eclissa e lascia spazio a tigelle e torta fritta e quelle poche che si incontrano hanno uno spessore che va dal mezzo centimetro al centimetro con un diametro di 10-15 cm. Man mano che si scende invece la nostra amica piadina si assottiglia (forse per giustificare le sovrabbondanti farciture!) e il suo diametro raggiunge e a volte supera, i 20 cm, tanto che da Cesena in giù, verso Riccione, alcuni chioschi dopo averla farcita l’arrotolano creando il mitico “rotolino”.
Ad Imola puoi scegliere, ogni chiosco (e ce ne sono una decina sparsi ad ogni angolo della cittadina) ha la sua ricetta, a nord ovest, andando verso Bologna, i chioschi ti propongono una piadina tendente al tozzo, verso sud est, in direzione Ravenna la piadina si assottiglia e anche il modo di farcirla cambia.
A nord ovest si taglia a metà lungo lo spessore creando due dischi che una volta farciti vengono sovrapposti, verso sud est si farcisce e si piega a metà creando una sorta di mezzaluna. È il nostro cibo di strada!, se non sai cosa vuoi impieghi 30 minuti per scegliere come farcirla (ci sono miriadi di possibilità!) ordini, 10 minuti d’attesa (di solito te la stendono davanti e la cuociono sul momento al testo, la piastra tipica per la cottura della piada) e prosegui i tuoi giri con la tua piadina fumante in mano.
Senza ombra di dubbio l’esempio della piadina esplica nel migliore dei modi le differenze culinarie che qui ad Imola si scontrano tra Emilia e Romagna.
Consiglio culinario per chi dovesse passare da Imola, per una piadina tendenzialmente più Emiliana Chiosco la Meta in Viale D’Aquisto, affianco al campo da rugby (ottima!!), per una piadina più Romagnola l’eccellenza se la contendono il Chiosco la Greppia in Viale De Amicis e il Chiosco Master, primo chiosco nato a Imola nel 1954 che si trova nella rotonda di Viale Dante.
Alla prossima puntata per conoscere altre particolarità di questa cittadina a metà tra due così ben distinte identità. A presto! E....Buona piadina a tutti!!!
Chiosco La Meta, via Salvo D'Acquisto, Imola (Bo), orari: 12:00/21:00, domenica 16:00/21:00 chiuso il lunedì
Chiosco Master, Piazzale Leonardo da Vinci, Imola (BO), orari: 11:00/21:30, domenica 16:00/21:30, chiuso il sabato, www.chioscomaster.it
Chiosco La Greppia, viale De Amicis, Imola (BO), orari: 12:00/24:00, no chiusura sett.

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