lunedì 25 ottobre 2010

Salone del gusto#1

Settimana di latenza dal blog ma settimana molto impegnativa e importante: in ordine abbiamo trovato casa a Londra e siamo andate al Salone del Gusto, ovvero per noi gastronomi, la Fiera con la F maiuscola (e anche tutte le altre lettere:-)
Il Salone del Gusto rende onore a tutto (o quasi) il patrimonio gastronomico italiano organizzando oltre alla fiera in sè, anche conferenze e workshop che spaziano dagli argomenti cari a Slow Food (leggesi l'importanza della biodiversità e della preservazione dei prodotti agroalimentari di tutti i popoli del mondo) a quelli della più feroce attualità come gli ogm o l'aumento della commercializzazione di prodotti alimentari di "nicchia" nei supermercati. Di certo non c'è che di annoiarsi e anzi per chi è appassionato a questo mondo è pure troppo: non fai tempo a sentire quella conferenza che comincia quel laboratorio del gusto, ma  durante quel laboratorio del gusto c'è anche l'aperitivo con il cavoletto.. Insomma il salone del Gusto è enorme, offre moltissimo e per gustarlo al meglio bisogna scegliere con attenzione tutto l'itinerario. Noi abbiamo scelto di dividere il salone in due giorni concentrando nel primo l'estero e l'Italia del sud e nel secondo l'Italia del nord. Nel bel mezzo ci sono scappate anche parecchie visite al mercato di street food allestito all'esterno: una sorta di miniatura del mercato organizzato dallo Chef Kumale a Cesena.
Riguardo alla presenza di banchi alimentari provenienti dall'estero c'è da dire subito una cosa: rispetto al Salone del 2006 la loro presenza è calata drasticamente, lasciando un grande vuoto nella gastronomia orientale per nulla rappresentata in questa edizione. Il perchè và secondo noi ricercato nella crisi che evidentemente non ha fatto scomodare molti presìdi e ristoranti della terra del Sol Levante alla volta di Torino. Sicuramente un gran peccato. Altra cosa che non abbiamo potuto non notare -ennesimo segno tangibile della crisi- è che gli assaggi ora sono a pagamento, mentre 4 anni fa era tutto gratuito; ora per onestà "di cronaca" dobbiamo dire che non tutto era a pagamento ma molti degli stand facevano fatica a offrire e questo in una proporzione "più da lontano viene il prodotto più l'assaggio è caro". Certo, ovvio, però all'inizio ci ha lasciato un pò stralunate. La passeggiata per il Salone "estero" ci ha viste impegnate in pani austriaci e tedeschi (ovviamente tutti di segale e ad alto contenuto di semini:-), presìdi di particolari cavoli e patate, aringhe norvegesi, mooooltissimi formaggi francesi, moooltissimi formaggi svizzeri e uno stand delle Kettle chips su cui Marcy si è fiondata (va bè non si può chiedere all'UK di offrire molto di più!). Ovviamente c'era molto altro ma sinceramente quando abbiamo visitato il padiglione dedicato agli altri paesi era un momento di surplus di gente che non ci ha permesso di chiedere e scoprire molto: dopo un'ora abbondante di folla in ogni metro quadrato la voglia, credeteci, sparisce.
Discorso diverso per l'Italia del Sud: la gente era molto meno e la situazione risultava più gestibile. Ora ovviamente non posso citare tutto quello che abbiamo visto e assaggiato ma una top five (alla moda del cavoletto) del Sud è d'obbligo farla:


1 Burrata del caseificio Olanda, Andria: qualcosa di superlativo, una vera burrata,
  venduta anche ad Eataly.


2 Stand delle mandorle di Noto e del pistacchio di Bronte: non c'è molto da dire è
  semplicemente la frutta secca migliore d'Italia, la crema di pistacchi di Bronte potrebbe
  poi rendere ogni vostro dolce qualcosa di irripetibile.


3 Ricotta e mozzarella di bufala di Domenico Romagnuolo: questo caseificio ha avuto
  molti riconoscimenti come produttore dei migliori formaggi filanti d'Italia, e si sente. La
  mozzarella è divina e la ricotta era perfetta nel cannolo in cui la facevano provare.


4 Fichi al rum/o caffè ricoperti di cacao, dell'officina del gusto Santomiele, Salerno:
  piccoli, teneri profumatissimi fichi del Cilento, imbevuti di rum e melassa di fichi e
  ricoperti di cacao, devo aggiungere altro?!  


5 Il pane di Matera: banale? Si è vero forse un pò, ma è troppo buono e troppo custode di
   tutto quello che fa buono il pane per non citarlo: un presidio da salvare con tutte le
   forze.


Per finire qualche noto negativa: ci ha piuttosto deluso la presenza del Molise, che sostanzialmente non c'era: solo due stand di cui uno sinceramente non proprio degno di nota, proponeva infatti terribili oli aromatizzati.. Ragazze di Gustitaly siamo nelle vostre mani!!





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