sabato 18 settembre 2010

Cibo=cultura=buon senso

Dopo tre giorni rinchiuse a casa (causa reffreddore e febbricciattola che ha colto entrambe),
questa mattina (complice anche un bellissimo sole e il cielo turchese) abbiamo deciso di andare nel primo pomeriggio ad un mercatino di cui avevamo visto la pubblicità sul giornale locale di Cambridge.
Il mercatino in questione ci attirava soprattutto perché era pubblicizzato con lo slogan " The Cambridge food, garden and organic produce festival" e i nostri primi commenti erano stati:
"Dai che bello! Ha tutte l'aria di essere un mercatino di prodotti biologici locali, dobbiamo andare a vedere, magari troviamo del cibo decente, magari incontriamo produttori locali, magari..."
.......Magari infatti. Magari troviamo proprio il modo migliore per esprimere il risultato di questa nostra esperienza, magari in un altra vita, in un altro luogo e in un altro tempo!
Ebbene il mercatino era una vera trashata, di biologico c'era solo l'erba del parco in cui si svolgeva l'evento.
Le bancarelle vendevano di tutto: dalle caramelle ai dolcetti Libanesi (why?), ai marshmallow ricoperti di cioccolato ai vini aromatizzati allo zenzero, ai mirtilli all'ananas, a tutta un'altra serie di cose che con il cibo ed il biologico non avevano nulla a che vedere. Soprattutto, quello che ci ha più sconvolto, è che le bancarelle vendevano cose che potevi tranquillamente comprare al supermercato, tutta roba prodotta industrialmente e si vedeva lontano un miglio. Allibite da questo strano e assurdo mercatino siamo tornate ai nostri alloggi senza parole, sconcertate dalla totale assenza di cultura, storia e anche buon senso nei confronti del cibo e dell'alimentazione. Ok va bene che l'Inghilterra non è mai stata famosa per la buona tavola, passi che hanno mangiato per una vita fish and chips, ma che arrivino a tappezzare tutta la città di pubblicità per un mercatino che di locale e agricolo non aveva proprio niente mi sembra assurdo.. A Londra per esempio è tutta un'altra storia, i mercati hanno dei "consigli d'amministrazione" che vigilano sulla qualità e sull'offerta delle singole bancarelle.. Ma forse l'unica lezione da imparare è che Londra è un'altra storia, che non ha veramente niente a che vedere con il resto del Regno Unito e che il melting pot ha portato un arricchimento e una cultura, anche alimentare, che nel resto del paese si sognano. Questa è stata la nostra prima esperienza con i mercatini della zona, vedremo in seguito.. Però una cosa la vorrei dire: da noi un ambiente culturalmente vivo si riflette anche nei ristoranti presenti in zona e in una generale cultura del cibo che qui invece non esiste. Nessuno vedrà mai un professore di Bologna (o almeno lo spero!) con il sacchetto del Mc Donald's in mano, ma qui è più che normale che un professorone di Cambridge non conosca altri posti dove andare a pranzo. E scusatemi ma secondo me c'è una bella differenza.

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...