mercoledì 12 ottobre 2011

Da Gente del Fud alle pecore adottate per regalare un futuro all'Italia


                    

Non ho fatto piazza pulita di un anno di Inghilterra e non ho preso allucinazioni date da voglia di maternità improvvisa: no no, qui si tratta proprio di Gente del Fud e delle pecore da adottare. 
Due progetti molto diversi, un'anima comune: fare qualcosa per salvare il cuore agricolo e pastorale del nostro Paese, aiutare chi da anni ci permette di mangiare ogni giorno ma che da qualche tempo non riesce più lui a portare qualcosa in tavola.
Gli indiniados sbarcano anche qui su All around the food: siamo noi che ci svestiamo dai panni di piccole scovatrici di tesori italiani e indossiamo le vesti di chi dice che per quanto ci sia Slow Food, le DOP e gli IGP, i finanziamenti della Comunità Europea e la moda della gastronomia qui tutto non stà proprio procedendo per il meglio. 
Quest'anno la frutta e la verdura è stata pagata talmente poco agli agricoltori che molti hanno preferito lasciar marcire tutto sulle piante o addirittura eliminare le colture: con i pomodori pagati 0,30 €/kg (e parliamo di quelli di Pachino valutati molto più delle altre cultivar, immaginatevi il resto) gli agricoltori non riescono nemmeno a pagare l'acqua per irrigare.
Non va meglio per chi coltiva i cereali, la base del prodotto trasformato più mangiato in Italia: la pasta.
Da qualche anno il mercato cerealicolo è in mano ad alcune multinazionali che riforniscono i pastifici di tutto il mondo unendo il grando duro proveniente da tutti i continenti: grano che ovviamente pagano alle stesso modo sia che il contadino sia italiano/iraniano/brasiliano o indiano. Peccato che le spese di produzione siano molto diverse e l'unico risultato è per il momento quello di aver creato una moria di campi coltivati a grano duro in Italia. Non ha più senso lavorare la terra per perderci cronicamente i soldi guadgnati faticosamente dalle generazioni precedenti.
Un dato su tutti? Negli ultimi 10 anni abbiamo perso di superficie coltivata una regione vasta quanto il Veneto.
Per quanto spesso siamo immerse in una realtà bella buona e giusta (come dice lo slogan:-) come quella di Slow Food, l'ultima puntata di Presa Diretta ci ha fatto amaramente ripiombare nella realtà nuda e cruda che vive l'agricoltura italiana in questi anni: c'è molto e molto da fare e tristemente ci sono ben poche persone al governo consce del rischio che stà correndo il nostro paese: quello di essere tra pochi anni alle dipendenze agricole di altri stati per le grosse quantità di materie prime, mentre di rimanere la culla delle piccole produzioni di nicchia. Come dire che la politica di smantellamento del welfare state si stà abbattendo anche sull'agricoltura: a chi se lo può permettere faremo mangiare il meglio, ultra biologico e multi marchiato e chi non arriva alla fine del mese si accontenterà della pasta vietnamita del Lidl. E tanti saluti alla cultura agricola e pastorale che ci accompagna da millenni più anche tanti baci alle conseguenze di una probabile dipendenza da un paese distante migliaia di km. 

Dopo la sfuriata da indignados (se non avete visto la puntata di Presa Diretta vi consiglio veramente di spendere una mezz'oretta del vostro tempo a collegarvi al link qui sopra), passiamo al vero tema di questo post, le due iniziative che fanno sorridere, sperare e ringraziare di vivere nell'era web, dove a portata di click si può fare tanto per aiutare tanti.

Gente del Fud: il progetto porta la firma Garofalo (la famosa azienda che produce solo pasta di Gragnano) e consiste nella creazione di un'enorme database dei prodotti tipici italiani creato da blogger selezionati per l'arduo compito (e qui parte l'annuncio: ci siamo dentro anche noi!!). Ogni prodotto recensito avrà una scheda dove sarà riportata la natura del prodotto, le sue caratteristiche organolettiche, dove lo si può acquistare e la ricetta per degustarlo al meglio. Queste schede formeranno una cartina interattiva dell'Italia che diventerà una vera e propria mappa per tutti gli appassionati del buon cibo. Scopo di tutto questo? Far conoscere il più possibile i prodotti che rischiano di scomparire per mancanza di attenzione e di una adeguata vetrina dove apparire. Inserirli in un circuito di foodies che mangiano il territorio per conoscerlo ed apprezzarlo è sicuramente uno dei modi più efficaci per garantirgli un futuro. 
Quindi direi che un applauso alla Garofalo per tutto quello che stà facendo ci stà proprio:-))))

Adottare una pecora: chi ha prestato un pò l'orecchio alle rivolte che stanno infiammando la Sardegna in questi ultimi mesi sa già di cosa stò parlando: i pastori sardi sono scesi più volte in strada per protestare, loro con quello che gli viene pagato il latte non riescono proprio più a sopravvivere. Anzi magari sopravvivessero, molti si sono persino visti pignorare la casa dalle banche a causa dei mutui che non riescono più a pagare, aperti anni fa per modernizzare l'azienda e ora vivono in baracche, provvisorie come la loro vita. Alcuni anni fa alcuni pastori hanno smesso di pensare che l'aiuto potesse arrivare dall'alto e hanno cominciato a usare un filo più diretto per raccogliere fondi: l'adozione a distanza del gregge. Tu adotti una pecora, gli dai il nome che vuoi, hai la produzione di pecorini e lana derivata ed in cambio mi dai una quota fissa all'anno, proprio come si fa quando adotti un bambino del terzo mondo. L'idea è piaciuta e ora tante zone meno famose del "distretto sardo della pecora" permettono di adottare le proprie pecore, come ad esempio qui, qui e qui. La quota da versare varia dai 100 ai 400€ (a seconda della razza della pecora, dalla quantità di pecorino che ti viene assegnato ect..) quasi ovunque pagabili a rate. 
Ora considerando che sempre più spesso non sappiamo cosa regalare a Natale/compleanni e anniversari vari e notando che noi non abbiamo realmente bisogno di qualcosa, perchè non regalare una pecora? L'articolo è indubbiamente originale, la sorpresa è sicura, è un ottimo investimento scaccia crisi (io ottengo formaggi e lana e i pastori riescono ad arrivare alla fine del mese) e fa del bene a tutti noi. Perchè non pensarci seriamente?! Se proprio avete in antipatia le pecore si può fare anche con capre, mucche e cavalli.. 

Quest'anno io adotto e voi?!



2 commenti:

Pure Nutmeg ha detto...

Quante cose belle mi fate scoprire e imparare, e quanto mi mancate! Ma presto presto saremo di nuovo insieme, alla ricerca dei sapori e dei colori dell'Alto Adige in inverno e con uno spirito di relax e polleggio che sappiamo solo noi quanto ci siamo meritate. Vi adoro, bimbe, e vi chiamo presto! Intanto sto cercando di ricominciare anch'io a scrivere sul blog. Se passate dalle mie parti, lasciate un commento. Mi farà piacerissimo come sempre! Love love, la vostra Ro

Silvia ha detto...

@PureNutmeg: Tesoroooo! Non ti preoccupare che noi sappiamo quanto sei impegnata e che per ritagliarti un pezzettino di tempo per chiamarci devi fare i salti mortali, quindi veramente quando vuoi/puoi noi siamo sempre qui per te:-)))) Per l'alto adige siamo anche noi qui a fremere:-))) Abbiamo addirittura comprato una super nuova guida tutta di Slow Food dedicata al Sud tirol.. Giusto per non perderci neanche un knodel:-)
Arriva prestooo! Intanto volo sul tuo blog tesoro!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...