Piemonte, Piemonte e ancora Piemonte!
Questo è sicuramente il leit-motive delle ultime due settimane, il filo conduttore di una quindicina di giorni che ci hanno visto fare colloqui di ammissione all'università, trovare casa in quel di Pollenzo, partecipare a Cheese e aiutare una nostra amica in un matrimonio dai sapori di altri tempi.
Proprio il matrimonio ci ha permesso di scoprire un posto dal fascino antico, una meraviglia di coorte adagiata sulle colline del chivassese che tra simboli massonici e stanze che hanno ospitato alcuni degli artefici dell'Unità d'Italia ci ha letteralmente incantato.
Meravigliandomi di tanto splendore non ho potuto fare che le solite riflessioni di questo periodo: quanto è bello il posto dove vivo, quanto si potrebbe fare e quanto non si fa e da lì via fino ad arrivare ad una frese di Goethe che al tempo del liceo mi aveva illuminato: "Sono più barbare le civiltà che hanno prodotto poco ma quel poco lo mantengono al meglio, o chi avendo tutto lo lascia andare in rovina?" Scontata la risposta, delirante pensare che lo diceva duecento anni fa e che quindi, anche solo per un fattore meramente fisico, tutto doveva essere ridotto meglio di adesso:-)
Castello di San Sebastiano Po, adagiato sulla collina della frazione Villa: stampo medievale rifacimento nell'800: ora nel 2011 è un bed and breakfast estremamente curato dove l'intento è semplicemente quello di mantenere inalterato il fascino che trasuda da ogni muro, ogni cortile, ogni stanza che profuma ancora di legna bruciata nei secoli.
La ristrutturazione nell'800 fu fatta secondo dettami ben precisi: quelli della Massoneria. Vi ritroverete così a calpestare numeri dieci scritti al contrario sulle scale principali d'ingresso, a visitare il vecchio tempio da cui una volta si accedeva all'intero castello e a scoprire che ogni parte della magione è orientata nello spazio in modo ben preciso.
Non sono così esperta da capire se tutto questo ha giocato un ruolo chiave sull'espressione meravigliata sul mio volto ma sicuramente il luogo ha un'energia speciale e alla sera con i piccoli lampioncini in ferro battuto che illuminano il cortile di una fioca luce gialla, niente ci potrebbe distogliere dall'idea che siamo finiti in una scena del Conte di Montecristo:-)
Il proprietario di tutto questo è Luca, gentilissimo e adorabile "castellano", che ha dato in mano la parte ristorativa alla nostra amica Elisabetta, laureata anche lei in Scienze Gastronomiche che si occupa di preparare colazioni, pranzi e cene ai loro ospiti del b&b e che in ottobre aprirà quassù un laboratorio di trasformazione della nocciola, coltivata nei terreni della sua famiglia (qui siamo al super km 0).
Elisabetta in questi tre giorni passati assieme ci ha anche fatto conoscere un suo vicino di casa particolarmente famoso, Fabrizio Galla.
Non è un nome così conosciuto al grande pubblico, nessuna apparizione in tv, niente libri a suo nome ma semplicemente un terzo posto come il miglior pasticciere al mondo ai campionati mondiali di pasticceria di Lione.
Fabrizio inoltre ha vinto anche il premio di miglior pralina di cioccolato al mondo e un premio speciale come miglior torta al mondo. Queste le credenziali. Davvero non male.
Ora è ovvio che dopo questa dritta non potevamo assolutamente perderci la possibilità di assaggiare un pò delle sue creazioni e così tra una pausa e l'altra di lavoro ci siamo tuffate in un mondo di perfezione assoluta, di precisione fuori da ogni limite e di un equilibrio di sapori e combinazioni mai provato.
Ed ecco il risultato dei nostri sforzi:-)
Abbiamo scelto molto a naso. Quello che ci ispirava per forme, colori e consistenza: piccoli bonet in vasetti di cioccolato (questi in primo piano), variazione sul pistacchio e sulla nocciola (buoni ma forse un pò troppo delicati), omaggio al caffè con un cioccolatino multipiano (divino) e piccole mousse di nocciola ricoperte al cioccolato e oro alimentare su vassoietto di cioccolato.
Complimenti scontati, una mano particolare sul cioccolato si notava davvero: rispetto agli altri pasticcini avevano una marcia in più.
Fabrizio produce anche creme di cioccolato (al latte, fondente e gianduia) e un misto azteco speciale per la cioccolata in tazza a casa.
Il break è finito, bisogna tornare nel magico castello per preparare il rinfresco della sera. Fortunatamente il ricevimento del mezzogiorno è più lungo del previsto e noi possiamo permetterci di curiosare ancora un pò tra le mura ed i giardini della magione, scoprendo l'ultima meraviglia che ci riservava questo week end d'autunno: le vecchie serre in legno, anni fa utilizzate anche dall'Università di Torino per i propri studenti di Agraria, ora in parte dismesse.
E così al calare della luce del sole, termina qui anche il nostro fine settimana piemontese... Consce che tra poco meno di un mese questa sarà la nostra nuova terra...
2 commenti:
Splendido reportage. Mi dovrete raccontare di questo matrimonio, ehhehhe. :))
A prestissimissimo!
@Valeria: oh si che te lo raccontiamo!!! E con molto ma molto piacere, sarebbe la location perfetta per un matrimonio in puro stile Slow Food!
A prestissimissimo!
Posta un commento